Realtà aumentata e virtuale sono la stessa cosa? Se di realtà virtuale (VR) si sente parlare già da diversi decenni, la realtà aumentata (AR) rappresenta un approccio – nell’interazione tra realtà e digitale – relativamente nuovo, che si sta sviluppando velocemente grazie alla sua flessibilità. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Realtà aumentata e virtuale: cosa sono?

La realtà virtuale è una realtà completamente simulata, che si sviluppa in uno spazio fittizio o, appunto, virtuale (tale perché nella realtà non esiste). 

Una delle peculiarità della realtà virtuale è che per accedervi serve una “chiave”, altrimenti questo mondo rimane invisibile. La chiave di cui si ha bisogno è uno strumento di accesso individuale: il visore. Solo attraverso un visore per realtà virtuale è possibile spalancare l’esperienza visiva su un mondo “alternativo” alla realtà. 

Diverso il caso della realtà aumentata, una possibilità alla quale hanno accennato nei decenni più recenti alcune pellicole. Chi non ricorda, ad esempio, i guanti sensoriali di Tom Cruise in Minority Report? Questo tipo di interazione tra dati e realtà comporta un approccio diverso: i dati “virtuali” entrano in una realtà concreta, nello spazio tridimensionale che siamo abituati ad abitare, e interagiscono con esso.   

Differenze tra realtà virtuale e realtà aumentata

Le differenze tra realtà aumentata e realtà virtuale sono, quindi, chiare: se per la realtà virtuale serve necessariamente un’attrezzatura personale, per quella aumentata no. 

Inoltre, se nella realtà virtuale l’osservatore “entra” in un mondo che esiste solo virtualmente, in quella aumentata elementi digitali entrano in relazione con lo spazio reale. Un esempio? Basti pensare agli ologrammi, immagini 3D ad altissima definizione proiettate in uno spazio reale. 

L’ologramma permette di aggiungere informazioni visive al mondo così come lo vediamo, ed è oggi uno degli strumenti più interessanti ed efficaci nel settore pubblicitario, in quello della formazione, dello spettacolo e della comunicazione. 

La realtà aumentata degli ologrammi: quali possibilità?

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