L’intelligenza artificiale (IA) interagisce con l’uomo da oltre 50 anni. Dalle prime forme elementari di IA siamo passati, grazie allo sviluppo di hardware, algoritmi e machine learning, a sistemi più evoluti che oggi sono in grado di fornire un reale supporto in molti ambiti, dalla ricerca alle attività quotidiane.
Ma di cosa si tratta esattamente? Quando parliamo di “intelligenza artificiale” ci riferiamo alla capacità che ha un insieme di tecnologie di interagire per consentire a una macchina di “pensare” e “reagire” in modo umano.
Grazie allo sviluppo di nuove tecnologie, tra queste l’olografia, l’intelligenza artificiale ha conosciuto negli ultimi decenni una rapida e felice evoluzione, tanto che oggi è in grado di incamerare ed elaborare milioni di dati per fornire risposte sempre più precise e “umane”.
Ricordiamo il recente caso LaMda, intelligenza artificiale di Google che alla domanda su cosa la rendesse felice, ha risposto un umanissimo “amici e famiglia”.
Una risposta che l’ingegnere di Google Blake Lemoine ha voluto leggere come l’inizio di un’epoca di IA senzienti, ma che dichiara invece l’elevato livello raggiunto da questi sistemi nell’elaborazione di risposte che simulano in modo quasi perfetto reazioni e comportamenti umani.
Quali sono i possibili scenari futuri?
IA e olografia: il futuro è qui
Ormai siamo tutti abituati a dialogare con assistenti vocali, come Alexa, e anche gli impianti domotici possono essere gestiti con la voce. Si tratta di forme “semplici” di IA, il cui compito è rispondere a comandi o richieste attingendo a un certo numero di di dati.
Il passo successivo? Materializzare l’IA in una forma tridimensionale. Questa evoluzione può essere resa possibile grazie alle proiezioni olografiche 3D, aprendo un mondo ricco di possibilità, come ad esempio assistenti olografici in “carne e ossa” utilizzati per accogliere i visitatori in una grande azienda o segretarie virtuali. Ma olografia e IA possono fare molto di più: l’IA, estrapolando ed elaborando dati, può realizzare simulazioni olografiche, ad esempio, di un intervento chirurgico, oppure può simulare test su un’opera ingegneristica ecc.
Interessante l’applicazione nell’ambito della divulgazione scientifica, nei musei, nelle installazioni d’arte. Qui l’IA può consentire un’interazione con il visitatore, opportunità che il Collettivo d’arte Aura ha colto a Londra, realizzando sculture olografiche 3D elaborate, in tempo reale, dalla proiezione delle onde cerebrali dei visitatori.
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